
maurizio manzini - Premio Comitato Lazio
Dal 1988 al 2016 su una panchina. Nessuno in Europa come lui. Quarantacinque anni alla Lazio prima da collaboratore e poi da direttore sportivo. Maurizio Manzini, è il dirigente che più di ogni altro in serie A si è seduto al fianco di allenatori. Guide tecniche che sono cambiate inevitabilmente lasciando a lui la linea di continuita’. Da Tommaso Maestrelli ad Eugenio Fascetti, da Dino Zoff a Stefano Pioli passando per tanti altri mister che si sono alternati in biancoceleste. Uomo dei cambi in campo e spesso delle relazioni con arbitri e delegati, è il team manager per antonomasia. Con lui ogni trasferta è sempre preparata in ogni dettaglio non lasciando mai nulla al caso per professionisti esigenti come lo sono in particolare i calciatori di serie A. Utilizzato dalla Societa’ Sportiva Lazio in diversi ruoli conosce perfettamente cinque lingue e potrebbe scrivere il libro più completo della storia biancoceleste degli ultimi anni. È la memoria storica avendo vissuto gli anni più difficili e le vittorie più esaltanti allo stesso tempo. Con discrezione e professionalita’ è stato protagonista in panchina nei due scudetti laziali. Quello del 1974 con Tommaso Maestrelli a cui lo legava un rapporto speciale e quello con Eriksson vincendo due coppe internazionali, non ultime la coppa delle Coppe e la Supercoppa europea, cinque coppe Italia e tre Supercoppe nazionali. Trofei che spesso ha dovuto gestire e portare in visita ai tifosi.
DONATO RUSSO - Premio Stefano Simoncelli
Da 45 anni il Maestro Donato Russo insegna l’arte della scherma, soprattutto ai giovani. Lo fa con enorme passione, grande competenza e al contempo con dolcezza, perché lo sport è vita e non solo agonismo. A Roma sono in pochi quelli che hanno preso in mano un’arma, sciabola, fioretto o spada che sia, che non conoscono il Maestro Russo. L’insegnamento e la scherma sono da sempre la sua vita. Il primo approccio con la scherma lo ha avuto all’Isef di Torino, dove si diploma a metà degli anni ‘60. Finiti gli studi accademici diventa professore, e passa il concorso ministeriale per approdare all’Accademia di Scherma di Roma dove per tre anni impara l’arte della scherma con il direttore dell’epoca, l’indimenticato olimpionico Giorgio Pessina. Diplomatosi Maestro di scherma, dal 1968 al 1970 insegna la mattina educazione fisica al liceo e il pomeriggio nei centri di avviamento alla scherma del CONI allo Stadio Flaminio. Poi passa all’agonistica come Maestro e nel 1975 diventa responsabile del Centro Federale fino al 1978, quando approda al Club Scherma Roma. Dopo la tragica uccisione della figlia Marta, grande promessa della scherma, fonda una società sportiva che porta il suo nome allevando giovani campioni. Dopo l’intitolazione dell’Istituto comprensivo di Trigoria a Marta Russo, Donato Russo accoglie le richieste dei genitori degli studenti che gli chiedono di fondare una società schermistica e insegnare scherma nell’istituto. Dopo 45 anni, sempre con la stessa passione, ancora tramanda l’arte della scherma ai giovani.

Sette appuntamenti a partire da lunedì prossimo, 14 marzo, dedicati alla formazione dei tutor impegnati nel progetto CONI/MIUR "Sport di classe", riservato alla scuola primaria e giunto al secondo anno di vita. I primi tre si terranno presso l'aula magna del Comitato Coni Lazio, in via Flaminia nuova 830 e saranno così suddivisi: 14 marzo (dalla A alla D), 17 marzo (dalla E alla O), 18 marzo (dalla P alla Z). Orario dei lavori dalle 10 alle 13. Previsti appuntamenti anche per le altre province: provincia di Latina - 17 marzo - presso I.C. Don Milani a Terracina, via Olivetti 41; provincia di Viterbo - 18 marzo - presso la sede del Coni Point a Viterbo in via dei monti Cimini 19; provincia di Frosinone - 21 marzo - prsso l'I.S. Brunelleschi Da Vinci in via Piave 39 e infine provincia di Rieti il 22 marzo presso gli uffici del Coni Point sabino in via Fundania. Anche per questi incontri l'orario previsto è quello 10/13.

FABIO BERTOLACCI - Premio Cosimo Impronta
I Bertolacci hanno lo sport nel DNA. Angelo, papà di Fabio, fu campione di ciclismo ai tempi di Coppi e Bartali, e nel suo curriculum spicca un campionato italiano di inseguimento su strada, vinto nel 1954. Andrea, suo figlio, è diventato in pochi anni uno dei giovani calciatori più quotati della serie A e oggi veste la maglia Milan e della Nazionale. Fabio Bertolacci, classe 1960, ha un presente da imprenditore e dirigente sportivo e un passato (recente) di campione di offshore. «Amo gli sport impegnativi» afferma sbrigativo quando gli chiedi come nasce l’insolita passione per i bolidi del mare. All’inizio erano i viaggi-avventura in luoghi esotici e remoti, poi la decisione di passare dalle spedizioni alle gare. Così sono arrivati due titoli italiani consecutivi, un europeo, e un mondiale nel 2010, nella categoria 2 litri, in coppia con Claudio Baglioni, romano come lui, anche se non canta. Abbandonate le competizioni, per il delegato regionale della Federazione Motonautica l’elemento acqua continua però a esercitare un’attrazione irresistibile. Da quattro anni è l’infaticabile organizzatore di “Sport in Famiglia”, kermesse ludico-sportiva multidisciplinare che si tiene al laghetto dell’Eur, ma appena può raggiunge i suoi giovani allievi della scuola di motonautica per trasmettere consigli ed esperienza. Un bagaglio prezioso, che ha permesso agli under 14 della CAST SUB Roma di dominare nell’ultima edizione del Trofeo CONI a Lignano Sabbiadoro.