
Roma Pony Club
Manca meno di un mese e mezzo all’appuntamento di Piazza di Siena. Il CSIO d’Italia, la manifestazione sportiva più longeva della Capitale si farà anche quest’anno; e questa è già una buona notizia, nient’affatto scontata. La FISE si è affidata alla TWBA, una delle agenzie di pubblicità più importanti del mondo per trovare sponsor e fornitori, rendendo possibile la realizzazione dell’evento in programma dal 22 al 25 maggio. I romani, che siano o meno appassionati di concorsi ippici, da sempre identificano questo piazzale, voluto dal principe Marcantonio V a somiglianza di piazza del Campo (di qui Siena), con le giostre dei cavalli. E poi quest’anno ci sarà da celebrare uno che qui si costruì fama e successo. Piero D’Inzeo se n’è andato pochi mesi fa, portandosi via la leggenda costruita su questo prato insieme a suo fratello Raimondo in occasione dei Giochi olimpici di Roma 1960. Questo episodio ama ricordare Alessandro Blasi, presidente del Roma Pony Club, mettendolo in relazione con la nascita della sua associazione, oggi considerata una della più blasonate d’Italia a livello giovanile. I primi passi del Club rossoblu furono la creazione di un vivaio, curato dal conte Vittorio Perelli, primo presidente della società e fondatore della scuola (la più antica del genere a Roma) che, partita con pochi pony e allievi, oggi ha oltre 150 iscritti. Tra questi un posto di assoluto rilievo spetta al campione regionale 2013 di Pony Elite Neri Marcaccini, che a soli 12 anni si è tolto lo sfizio di gareggiare, nella sua categoria, proprio tra quegli ostacoli che diedero ai D’Inzeo gloria imperitura. Al Roma Pony Club si va per imparare, ma anche per divertirsi. Infatti l’associazione offre la possibilità, nel corso dell’anno, di vari “open date”, oltre a differenti tipologie di approccio all’equitazione; dall’easy-program (una volta a settimana) fino all’intensive ed al full-program (tre volte a settimana) dove, come scuola, viene anche data l’opportunità di partecipare alle prime esperienze agonistiche. Tutto questo spalmato su 2 ettari, con due campi ostacoli, tondino e una giostra per far muovere la sessantina di cavalli ospitati nei box. Oltre a una tensostruttura di 62 x 40 m (realizzata nel 2010 per ricordare i 50 anni di attività), che è il fiore all’occhiello del circolo, un vero e proprio maneggio coperto utilizzabile con qualsiasi tempo. (foto Tedeschi: da sin. Alessandro Blasi, Gaia Brachi, Pietro Farina, Enrico Tonali e Riccardo Viola)

Vincitore del Trofeo FIT Assoluto e giovanile, campioni regionali e 3° classificati fase nazionale over 45 Maschile, 2° classificati fase regionale e 4° nella fase nazionale under 16 maschile, campioni regionali e 2° classificati fase nazionale under 14 maschile, campionesse regionali e campionesse italiane under 12 femminile, vincitori della Final Four del Campionato dei Circoli Centenari e quindi Campioni d’Europa. Si tratta della stagione 2013 del Tennis Club Parioli, uno dei sodalizi più antichi e prestigiosi della Capitale, nato a inizio secolo per la volontà di un gruppo di gentiluomini, per lo più di nobili natali, come usava all’epoca, ma con intenzioni chiaramente progressiste. Il club alle pendici del monte Antenne fu infatti il primo ad ammettere le donne tra i propri soci. Ginnastica e canottaggio si praticavano già grazie a circoli venuti su alla fine dell’Ottocento sulle rive del Tevere o nelle sue immediate vicinanze, comunque in città, non tra i prati che i primi soci dovevano raggiungere con un tram a cavalli che partiva da piazza Venezia. Il tennis era agli esordi in Italia, portato da chi aveva la ventura di viaggiare; magari in Inghilterra, dove si era affermato come derivazione del cricket.
Al Parioli sono cresciute, fino a diventare tra le migliori racchette azzurre di tutti i tempi, De Stefani e Pietrangeli, Panatta e Barazzutti. "E' un risultato importante - è stato il commento del Presidente del Circolo Maurizio Romeo ricevendo il premio Coni Lazio 2013 - che dobbiamo condividere con Tutti i Soci e i dirigenti che dal 1906 hanno contribuito, non senza sacrifici, alla crescita e all'affermazione del nostro Sodalizio: oggi più che mai - conclude Romeo - il Tennis Club Parioli è riconosciuto come il tempio del Tennis italiano nel mondo." (foto Tedeschi: il presidente del TC Parioli Maurizio Romeo, premiato da Svetlana Celli e Eugenio Patanè)

Una bella giornata di sport e amicizia. Una manifestazione sportiva tra bocce e birilli, pensata per rinsaldare un rapporto, quello tra la Lazio Bowling e Paganica, stretto all’indomani del terremoto del 2009. Giorgia Casinova domenica scorsa ha festeggiato il suo quinto compleanno con i suoi amici dell’Associazione biancoceleste. Loro l’avevano adottata simbolicamente, simbolo di rinascita che aveva scelto proprio quella terribile notte per venire al mondo. La storia di Giorgia ha fatto da sfondo all’evento di sport integrato “ 6 aprile 2009... NOI non dimentichiamo” patrocinato della Regione Lazio, dell’Assessorato allo Sport di Roma Capitale, della F.I.S.B., del C.O.N.I. Regionale e del C.I.P. Regionale, svoltosi domenica presso il centro Brunswick, al Lungotevere Acqua Acetosa. Per gli studenti giunti da Paganica per l’occasione assieme alle loro famiglie, trattandosi della prima esperienza con il bowling, sono stati guidati da atleti professionisti. Due ore di gioco, quindi le premiazioni dei vincitori effettuate dal presidente Riccardo Viola e dal presidente del CIP regionale Pasquale Barone, seguite dalla promessa da parte della Lazio Bowling di restituire la visita prima dell’estate, portando a Paganica piste dimostrative da installare in centro città, una delle zone più colpita dal sisma di cinque anni fa.

Erano oltre 200 i ragazzi della SMS “Leonardo da Vinci” presenti stamattina all’incontro organizzato a San Felice Circeo nell’ambito del progetto del Coni Lazio “I Valori nello Sport-I giovani incontrano i Campioni”. “Dopo 7 edizioni svolte nella provincia di Roma, con centinaia di scuole visitate dal 2005 a oggi, quest’anno ci siamo rivolti all’intera regione – ha dichiarato soddisfatto il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola – portando il messaggio di un progetto nato per promuovere uno stile di vita sano e corretto nell’età dell’adolescenza, e combattere fenomeni sempre più diffusi come sedentarietà e bullismo. Questo ci ha permesso di raggiungere circa 150 scuole da ottobre a oggi, ma è la prima volta che il progetto tocca San Felice. Per questo ringrazio il sindaco Petrucci e la direzione della scuola dell’opportunità che ci è stata offerta.” Protagonista della giornata, alla quale hanno partecipato il sindaco di San Felice Gianni Petrucci, il suo vice Egidio Celisi, il delegato allo sport del comune Dionisio Magnanti e il delegato Coni di Latina Fabrizio Malgari, l’ex ciclista della Ceramica Flaminia Filippo Simeoni, tricolore nel 2008, il primo a parlare del “sistema” di corruzione che girava intorno al medico Michele Ferrari e al gruppo di Lance Armstrong, di cui lui stesso faceva parte. “Nello sport, come nella vita – ha detto Simeoni ai ragazzi – non contano le parole ma i fatti”. Impegno, dedizione e rispetto delle regole, una buona ricetta non solo per lo sport. Poi si è sottoposto alle domande degli studenti sul ciclismo, sul rapporto tra lo studio e lo sport, sui rischi del doping. Prima calunniato e poi ostracizzato per il suo coming out, solo a fine carriera ha avuto completa riabilitazione in seguito alla confessione pubblica di Armstrong. Oggi Simeoni, che il mese scorso ha ricevuto il premio Coni Lazio per la sua scelta coraggiosa, vive a Sezze e allena in una società dilettantistica della città pontina. Al termine il mini sindaco e la mini giunta della scuola hanno consegnato tre attestati: all'atleta Simeoni, al primo cittadino Petrucci e al presidente regionale del Coni Viola. (vai alla galleria fotografica)

Renato Paratore
C’era una volta Bartali, che fece “arrabbiare” i francesi, come canta Paolo Conte, in occasione del Tour del 1948. C’è un giovane golfista, romano, che ha rovinato la festa agli americani, inventori dell’Orange Bowl (una specie di mondiale u.18 per golfisti e tennisti), proprio nell’edizione celebrativa, quella del cinquantenario. A Miami Renato Paratore, su un campo difficile, battuto dai venti atlantici, ha conquistato il Trofeo Gary Player 34 anni dopo l’ultimo italiano, Marco Durante (Tiger Woods l’ha vinto nel 1991). Una vittoria “alla grande”, con un birdie infilato dopo un drive di 230 metri all’ultima buca. Uno spot per uno sport che cresce nel gradimento di un pubblico sempre più eterogeneo, proprio grazie alle nuove leve: ai Manassero, ai Pavan, ai Paratore. Nipote del grande latinista Tullio, il diciassettenne Renato ha messo subito in chiaro le sue prerogative, che poco o niente hanno a che fare con Cicerone e Seneca. Gli americani, quelli di prima, di solito svelti a riconoscere un talento in uno sport dove sono abituati a dominare, lo avrebbero voluto nei circuiti dalle loro parti. Ma Renato ha preferito l’European Tour, e proprio con la selezione europea pochi giorni fa si è aggiudicato in India il Sir Michael Bonallack Trophy, grazie alle gare vinte in coppia con lo spagnolo Mario Galiano. I due, dopo aver iniziato con una sconfitta nella prima giornata, hanno infilato tre vittorie, contro la coppia Kenta Konishi (Gia)/Shinichi Mizuno (Hong Kong) e quindi sono venuti a capo per 1 up di un complicato match con i coreani Nam-hun Kim e Soo-min Lee. In ora lupis, giovane Paratore. (foto Tedeschi: Renato Paratore con Nicola Zingarettie e Riccardo Viola)