
L'Istituto Olga Rovere ha aderito al progetto “La scuola e i valori dello sport”, organizzato dal Coni Regionale Lazio e dal Comune di Rignano Flaminio. Per il secondo anno, presso l'Istituto ha avuto luogo una mattinata di confronto e dibattito per trasmettere agli studenti delle classi prime e seconde medie, i preziosi insegnamenti veicolati dallo sport. “Il progetto – spiega Angelo Paterniani, coordinatore fiduciari macro-area nord del Coni Regionale Lazio - nasce dalla volontà di riportare una narrazione diretta con i giovani, che è stata sostituita dall'eccesso tecnologico che spesso ci distacca dalla realtà. Attraverso l'esperienza vissuta dai grandi campioni dello sport speriamo di insegnare ai ragazzi i valori reali quali l'obbedienza e il rispetto delle regole, la non discriminazione e l'importanza della socializzazione”.
Ospite della mattinata Michel Fabrizio, il pilota motociclistico italiano campione europeo di Superbike, che ha raccontato agli studenti come lo sport ha influenzato la sua vita e di come sia riuscito a trarre da questa passione dei valori universali. “Lo sport è una scuola di vita, ha sottolineato Michel, che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa e che aiuta alla socializzazione ed al rispetto tra compagni ed avversari”.
All'incontro erano presenti anche Franco D'Ambrosio consigliere nazionale della Federazione Motociclismo e l'Assessore alle politiche sociali, culturali ed educative del Comune di Rignano Flaminio Vincenzo Marcorelli.

Daniele Nardi
Alla fine il Nanga Parbat ha respinto anche quest’ultimo assalto. Dopo 46 giorni di attesa a 4200 metri e due tentativi di ascesa abortiti per il maltempo, Daniele Nardi ha fatto dietrofront. Almeno per adesso. Non è la prima volta che l’alpinista di Sezze prova a conquistare l’ottomila himalayano; anche se in questa occasione aveva scelto la strada più difficile, la salita dello sperone Mummery, la via più diretta del versante Diamir. L’ultimo tentativo è di un anno fa. Ma stavolta, prima di lui, la montagna aveva respinto anche un altro grande dell’alpinismo, Simone Moro. Nel frattempo noi aspettavamo Daniele a Roma per consegnargli il premio Coni Lazio. Il fratello Claudio, con il quale eravamo in contatto, intanto ci rassicurava sulle sue condizioni. “Se volete chiamarlo ha con sé il satellitare. Sai com’è, le giornate passate ad aspettare sono lunghe..”. Dal 2001 gli appuntamenti dell’agenda di Daniele sono stati: Gasherbrum, Cho Oyu, Everest, Shisha Pangma, Aconcagua, Makalu, Ama Dablam, Peak of Freedom in Patagonia. Impegni che ha alternato al ruolo di ambasciatore dei Diritti Umani e soprattutto all’attività nella sua Mountain Freedom, associazione che attraverso una scuola di formazione, mostre, attività sul territorio, ha contribuito negli ultimi anni a diffondere la cultura e l’amore per la montagna in tanti ragazzi delle sue parti. Un’associazione iscritta alla FASI, che nel 2013 ha raggiunto il numero massimo di iscritti che si scambiano consigli e impressioni, oltre a condividere sul sito le loro imprese recenti in giro per il mondo e che durante l’anno effettua corsi su roccia aperti a tutti. (foto Tedeschi: Daniele Nardi, a sinistra, premiato da Luciano Pistolesi. Al centro Antonella Strano)

Sulla legge antipedofilia relativa al d.l. 39/2014 l'ufficio legislativo del ministero della giustizia ha emanato una circolare interpretativa che chiarisce alcuni aspetti riguardanti gli obblighi di chi lavora a contatto con i minori e, in particolare alla presentazione del certificato penale da parte delle associazioni e società sportive dilettantistiche.

Fabiana Sgroi, classe 1981, e la sua forza d’animo, la sua voglia di lottare per un sogno sportivo e coltivarlo giorno per giorno, la capacità di non abbattersi mai dopo un rovescio (ma quante volte ho perso, si è chiesta?), la sua costanza nello fare sport e studiare (nel curriculum una laurea in lingue e letterature straniere che le permettono oggi di vivere), il suo desiderio di trasmettere tutto quello che ha imparato allenando i bambini, dopo essersi ritirata dalle gare. Fabiana Sgroi e il suo amore per la Canoa Kajak, che a qualche ragazzo dell’IC Di Vicovaro (fra gli oltre 150 studenti presenti nella sala-teatro del comprensorio scolastico), dove è approdato stamattina il progetto del CONI Lazio I VALORI NELLO SPORT, evocava all’inizio immagini storiche dei cercatori d’oro sulla rotta del fiume Yukon, tra Canada e Alaska. “Ho cominciato presto a pagaiare”, ricorda Fabiana “ e subito dopo il mio approdo alle Oimpiadi di Pechino, mia madre mi svelò che il mio sogno di bambina era quello di andare un giorno proprio alle Olimpiadi. Non ricordavo più di averlo detto, ma mi sono venuti i brividi. Ora a voi giovanissimi dico, se avete un progetto, un’aspettativa, fate tutto quello che è in vostro potere per centrare il bersaglio. Non rinunciate mai a lottare, i sogni spesso si avverano”. Gli applausi sono scrosciati a lungo sulle immagini del bronzo Europeo del 2006, uno dei tanti allori portati all’Italia nel corso della sua carriera, con i ragazzi che hanno chiesto a più riprese anche dettagli tecnici sulla disciplina. Come ha poi confessato la docente di Educazione Motoria Filippa Odorisio, gli alunni della scuola praticano quasi tutti sport e la scuola ha anche una lunga tradizione nella danza sportiva, con risultati importanti a livello nazionale. E la prova di questa vicinanza con lo sport è chiaramente emersa dalle tante domande rivolte a Fabiana, sempre pertinenti e profonde. Non sono mancate quelle classiche. “Chi ti ha aiutato di più? Cosa deve mangiare uno sportivo? Cosa pensi del doping? La tua famiglia ti ha ostacolato? Come hai conciliato sport e vita privata?” Per tutti una risposta circostanziata, condita da una forza morale che ha molto colpito le classi. A moderare è stato il Delegato CONI di Roma Alessandro Fidotti, il quale, dopo aver portato il saluto del Presidente Viola, ha ricordato che fare sport è straordinario e che se non a tutti capita di poter vincere medaglie olimpiche e mondiali, ognuno ha la possibilità di diventare campione impegnandosi nelle varie attività della vita. “Se fai sport e ti diverti non perdi mai” ha concluso ripetendo il motto che campeggia in un roll-up nella sede del CONI Regionale Lazio; in fondo il messaggio che lo stesso CONI Lazio tende a portare nelle scuole con il suo progetto.

Andrea Marella
L’uomo giusto al momento giusto. Questo è stato Andrea Marella per Manuel Di Domenico, esterno sinistro del Nuovo Latina, entrato in collisione fatale con Fabio Corrado, portiere del Campoverde. L’episodio, avvenuto giusto un anno fa, è stato ricordato nel corso della cerimonia di consegna dei premi Coni Lazio. Andrea ha ricevuto il riconoscimento intitolato al giornalista Andrea Pesciarelli dalle mani del figlio di questo Jacopo e dal fratello Fabio, sinceramente sorpreso che a distanza di così tanto tempo qualcuno si ricordasse ancora di lui. “Tutto merito del corso di primo intervento che avevo appena terminato, e che avevo seguito per prendere il patentino di allenatore – si è schermito il 34enne tecnico del Campoverde - e tutto è successo alla mia prima panchina. Davvero un debutto che non dimenticherò mai. Portare con cognizione il primo soccorso può essere determinante, perché i medici sui campi più piccoli è difficile trovarli. Se mi sono reso conto di quello che ho fatto? Prima mi sono concentrato sulle modalità del soccorso. Il primo pensiero è stato quello di mettere in sicurezza la lingua. Subito dopo ho iniziato il massaggio cardiaco, le trenta compressioni seguite dalle due insufflazioni e poi la respirazione bocca a bocca. Soltanto dopo che tutto è tornato alla normalità, ho capito l’importanza del mio intervento”. Manuel infatti è arrivato in ospedale cosciente, le due Tac alle quali è stato sottoposto non hanno rilevato criticità e il giovane nel giro di pochi giorni ha ripreso gli allenamenti con i compagni di squadra. (foto Tedeschi: Andrea Marella con Fabio Pesciarelli, al centro e il presidente Zingaretti)