
Oggi che il beacher abruzzese è assurto con merito agli onori delle cronache per l’impresa compiuta con il compagno Daniele Lupo (romano di Fregene, premio Coni Roma 2012), torna in mente l’incontro di qualche mese fa, che Paolo ebbe con i ragazzi della scuola media “E. Morante” di Roma e soprattutto le sue parole: “un campione è una persona normale”, rivolte a quella platea di 13/14enni, interessati al tipo di vita cui viene sottoposto un atleta d’alto livello, con continui spostamenti di fuso e di realtà, tenuta insieme dall’unico filo conduttore delle gare e degli allenamenti. “Alle volte si può soffrire di un senso di spaesamento – aveva ammesso Paolo – e quindi bisogna imparare a concentrarsi su se stessi e sull’obiettivo.” Quel giorno c’era anche il suo allenatore Paulao, uno che partendo dal Brasile non ha dimenticato di mettere in valigia la simpatia dei sudamericani e una buona dose di allegria. Saudade? Neanche per idea: “La mia casa ora è in Italia – aveva spiegato agli studenti – e a Rio ci tornerò per vincere l’Olimpiade.” Una guasconaggine da non confondere con la tracotanza, ma piuttosto un elemento in più da aggiungere al quadro psicologico di una preparazione tecnico-atletica che non vuole lasciare nulla al caso. Da quell’incontro in un giorno di marzo, la coppia azzurra Nicolai-Lupo ha vinto tutte le tappe di World League disputate finora e ha conquistato un titolo europeo che mancava al beach volley italiano. Per questo noi del Coni Lazio siamo fieri e onorati che un ragazzo come lui sia testimonial del progetto dei Valori nello Sport, e lo aspettiamo certamente alla ripresa della prossima edizione dei “Valori” per festeggiarlo. (nella foto: Paolo Nicolai e Paulao nel corso della visita aila SMS "Morante".

Per Lorenzo ieri è stato un giorno speciale. Dieci anni sono un traguardo importante, segnano un po' il passaggio tra l'infanzia e il gradino successivo, quello con la doppia cifra, insomma, finisci per ricordartelo a lungo. Soprattutto se il tuo compleanno cade in un giorno particolare e la passione che ti anima si chiama rugby. Lorenzo gioca nell’under 10 di una famosa società sportiva della Capitale e ieri era sul tappeto verde dell’Olimpico insieme a tantissimi altri come lui. Centinaia, migliaia di Roberto, Fabio, Massimo, Sara, Marianna, Enrico, Andrea, Maurizio, Stefania, hanno sfidato i 35° e il sole cocente per dedicarsi al proprio sport preferito, o magari ne hanno provato uno nuovo, mai visto prima. Grazie al Game Open ieri al Foro Italico c’era solo l’imbarazzo della scelta. Chi scalava una parete, chi incrociava i guantoni con maestri di pugilato o muay thai, chi non sapeva resistere alla tentazione di infilarsi nel simulatore della cabina di un Aermacchi MB 339 PAN, l’aereo acrobatico delle Frecce Tricolori. Dall’inizio di viale delle Olimpiadi, in prossimità della Casa delle Armi, una lunga teoria ininterrotta di sport da vedere e praticare, ha trasformato per un giorno intero il complesso monumentale ideato dall’architetto carrarese Enrico Del Debbio in un immenso “parco giochi” con 90 tra Federazioni, Enti di Promozione, Discipline Sportive Associate e Associazioni Benemerite a fare da corollario all’evento. L’Olimpico, poi, offriva ai visitatori un colpo d’occhio eccezionale. L’ingresso libero assicurava il flusso delle persone al campo da gioco attraverso la tribuna d’Onore, mentre tutto intorno all’impianto si concentravano altre discipline, di ogni genere: dalla danza sportiva ai giochi tradizionali, dal ciclismo alla lotta, con l’esibizione di campioni nazionali. La motonautica, in assenza del suo elemento naturale, ha esposto uno dei suoi bolidi del mare, e cosi hanno fatto vela, canoa e canottaggio mettendo a disposizione i lori simulatori a secco. La ginnastica si è esibita con gli amatori della Gymnaestrada. I graziosi pony della FISE e i cani della FIDASC impegnati nel percorso di agility si sono spartiti le carezze dei più piccoli, mentre quelli più grandicelli osservavano rapiti le auto competizione esposte nel settore della CSAI. Curiosità intorno allo stand del Soft Air, dove gli appassionati della “guerra simulata” spiegavano l’aspetto sportivo e ambientale di una disciplina da praticare all’aperto tra i boschi e la natura. Alcune esposizioni ricordavano le tappe più importanti dello sport italiano e di questi primo 100 anni del Coni, come la testimonianza fotografica dei giornalisti dell’USSI o le maglie azzurre dei grandi campioni messe in mostra dall’ANOAI all’interno dello stadio, nello spazio di solito riservato alle Autorità. Zona divisa con i cosiddetti “giochi della mente”: scacchi, bridge e dama, ma anche il biliardo. A partire dal pomeriggio, anche il catino dei Marmi si è andato animando con la presenza di alcune Onlus a carattere sportivo e sociale, formando così un unicum di oltre un chilometro, lungo il quale era davvero impossibile non essere tentati, magari soltanto per prenotare un’uscita sugli sci (nautici), in elicottero o in parapendio. Il Presidente Viola, che ha raccolto con entusiasmo l'invito dal Presidente del Coni Malagò ad occuparsi del coordinamento della giornata seguendone ogni fase, ha compiuto l'intero percorso più volte condividendo vari momenti con il pubblico presente e con gli operatori in campo. In chiusura, poi, ci hanno pensato i paracadutisti acrobatici dell’Aero Club d’Italia a tenere tutti con il naso all’insù. Prima con la prova di precisione, e quindi con la velocità (scendendo con tute alari e fumogeni tricolore), hanno emozionato il pubblico e colorato il cielo di Roma per una chiusura davvero degna di questo Game Open. (foto: Giovanni Malagò e Riccardo Viola tra i paracadutisti dell'ACdI che hanno portato in dono la bandiera del Coni)

Nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni del Coni, illustrate stamattina nel corso di una conferenza stampa dal Presidente Malagò, si inserisce il GAME OPEN che l’8 giugno coinciderà con la Giornata Nazionale dello Sport. L’evento a carattere sportivo aperto a tutti, dalle ore 10 alle 20 vedrà presenti, lungo un percorso curato dal Comitato Lazio che parte da viale delle Olimpiadi e arriva allo stadio Olimpico, interno ed esterno, 90 tra Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva e Associazioni Benemerite. Tutti gli impianti dell’area del Foro Italico saranno accessibili al pubblico che potrà provare moltissime discipline e assistere a una serie di mostre, esposizioni ed esibizioni previste dal programma. In allegato il volantino della manifestazione.

Atletica. Si alza lieve come la brezza nella dolce serata romana e vola in alto, sospinto dall’accompagnamento dei quasi 30.000 dell’Olimpico. Mutaz Essa Barshim (foto) ce l’ha messa tutta per non far rimpiangere troppo l’assenza di Bolt e consegnare alla Storia la 34^ edizione del Golden Gala. Sembra costruito apposta per saltare, questo ragazzo emiratino ventitreenne dal fisico flessuoso, che ricorda quello dei fenicotteri del suo paese. Alle 19.45, con l’inizio della gara dell’alto maschile, è subito chiaro a tutti che la partita più interessante si gioca in quello spicchio di campo verso la Sud. A vedersela sono il russo Ivan Ukhov, campione olimpico di Londra; Bohdan Bondarenko, ucraino, attuale numero uno della categoria e Barshim, la stella emergente; i primi tre al mondo, tutti lì in pedana a provare l’assalto a un record che da 21 anni respinge ogni attacco, quello del cubano Sotomajor che nel 1993 superò l’asticella all’incredibile altezza di 245 centimetri. In realtà Ukhov, apparso subito lontano dalla forma migliore, e già falloso alla prima prova a 2.24, abbandona presto la contesa fermandosi a 2.28. L’azzurro Marco Fassinotti, con un personale di 2.24, non riesce a migliorarsi e lascia la gara con 2.20. Tra Barshim e Bondarenko è anche un duello di stile. Leggerezza contro esplosività. Lo stile che cambia per sempre il punto di vista delle persone grazie a intuizioni eccezionali. Ce lo ha raccontato lo scrittore Alessandro Baricco a proposito dei mutamenti epocali, nella moda come nello sport, quando improvvisamente un giovane di nome Dick Fosbury mostrò al pubblico di Città del Messico e a centinaia di milioni di spettatori a casa il salto di schiena. Oggi, semplicemente, nessun atleta al mondo si sognerebbe mai di tornare al passato.
Intanto la progressione di Mutaz è un metronomo: 2.20, 2.24, 2.31, 2.34 superati tutti alla prima prova, mentre solo per il 2,28 ha tentennato ricorrendo al secondo tentativo. L’ucraino, invece, dopo l’errore a 2.31 decide di conservare le energie per dare direttamente l’assalto al nuovo record europeo: 2.43. Sarebbe la seconda misura mai saltata, ma per questa serata romana rimarrà inviolata. Bondarenko la sfiora soltanto, laddove Barshim era volato sopra i 2.41, ma fermandosi lì. Per modo di dire in quanto si tratta della terza miglior prestazione di tutti i tempi, ed è la prima volta che viene saltata in Italia. E’ lui l’eroe del Golden Gala 2014, insieme a Justin Gatlin, che sigla il secondo successo consecutivo sui 100 m. dopo quello del 2013 (battendo Bolt); mentre non fa quasi più notizia la 48^ vittoria consecutiva della neozelandese Valerie Adams nel getto del peso.
Nell’edizione intitolata a Pietro Mennea resta all’asciutto l’Italia, che nutriva le speranze maggiori in Fabrizio Donato e Daniele Greco nel salto triplo, attendeva il duello tra Marzia Caravelli e Veronica Borsi, le regine italiane dei 100 hs, e tratteneva il fiato per il tentativo di Andrew Howe sui 200 m., l’ultimo azzurro a vincere su questa pista nel 2011. Nessuno di loro è andato a medaglia, ma lasciateci dire che, per quanto ci riguarda, un po’ siamo orgogliosi lo stesso. Tutti infatti, ad eccezione di Greco, sono stati testimonial nel corso dell’anno del progetto “I Valori nello Sport” in varie province del Lazio, portando tra gli studenti (che anche ieri affollavano in moltissimi gli spalti dell’Olimpico), la voce e l’esperienza di chi ha scelto lo sport, con le sue vittorie e molto spesso con le sconfitte. L’importante è imparare a rialzarsi.

Sono scaricabili i moduli per iscriversi ai campus scolastici e sportivi del Coni Lazio. Il via per tutti è fissato per il 16 giugno in tutte le province. Rieti seguirà un percorso diverso, nell'ambito di una programmazione che verrà decisa con l'amministrazione sabina. Siete pronti? Noi si e vi aspettiamo numerosi!
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