
Record assoluto per lo storica manifestazione di Minivolley ai Fori Imperiali di Roma (la prima volta fu nel 1995) che da quattro anni porta il nome del grande dirigente sportivo di volley che fu Franco Favretto. Grazie alla riposta di Roma, delle altre quattro province del Lazio e di moltissimi atleti in erba proveniente dalla Toscana, dall’Umbria e dall’Abruzzo, si sono sfiorate le 7000 presenze di giovani pallavolisti ospitati a stento nelle centinaia di campi allestiti nella notte dal Colosseo a Piazza Venezia. A fare gli onori di casa il Presidente della FIPAV Roma Claudio Martinelli e il Presidente dell’Associazione per Franco Favretto Alessandro Fidotti intervenuto, come Delegato Provinciale, anche in rappresentanza del CONI Regionale. Fantastico il colpo d’occhio che ha raccolto in un’unica cartolina gli atleti, le famiglie e le migliaia di turisti che hanno gradito molto l’insolito fuori programma. Oltre al Presidente Regionale FIPAV Andrea Burlandi e al Consigliere Nazionale Luciano Cecchi, erano presenti l’Assessore alla Qualità della Vita di Roma Capitale Luca Pancalli e il Sindaco Ignazio Marino. Entrambi si sono trattenuti a lungo per toccare con mano come il Minivolley sia stato uno dei momenti clou dell’iniziativa "Una città a misura delle bambine e dei bambini". L'iniziativa promossa da Roma Capitale con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, ha animato la città per dare il via a quello che, nel tempo, dovrebbe diventare un vero e proprio stile di vita coinvolgendo non solo i piccoli cittadini della Capitale ma anche tutta una serie di strutture che inizieranno a interagire con loro in modo attento e sistematico. “Sono sbalordito”, ha detto il sindaco, “mai avrei immaginato che i Fori potessero animarsi sino a questo punto. Lo Sport è una risorsa eccezionale quando sfocia in eventi come questo”. Spettacolo nello Spettacolo la Funking-sporting –Band di Perugia che ha regalato musica dal vivo di alto livello.

Dopo sei fine settimana che hanno segnato la vita sportiva della città con il coinvolgimento soprattutto dell’attività di base, è terminata la Festa di Primavera di Monterotondo, fortemente voluta dall’Assessore allo sport Alessia Pieretti. L’evento, che ha coinvolto ben quindici diverse discipline, è stato un vero e proprio happening a ciclo continuo che ha coinvolto non solo vari sport, ma ha proposto momenti di incontro culturale, dibattiti sul tema della salute e della psicologia dello sport, feste nelle strade e nelle piazze per il divertimento di grandi e bambini. Lo sport come collante sociale ha trovato modo d’espressione in diversi appuntamenti di integrazione con ragazzi diversamente abili che hanno potuto giocare con i normodotati. “E’ stata una fatica straordinaria”, ha detto in sede di bilancio finale l’Assessore Pieretti, “ma a scendere in campo è stata un’intera città, il risultato lo avete visto tutti, siamo molto soddisfatti”. Motore organizzativo, oltre al Comune, è stato l’Olimpia Club di Stefano Zega, che è anche coordinatore dei fiduciari CONI del quadrante di Nord-Est. All’epilogo è intervenuto il Presidente del CONI Lazio Riccardo Viola in compagnia del Delegato Provinciale Alessandro Fidotti. A ringraziare la città e l’organizzazione c’erano anche Mario Pappagallo e Giampiero Cantarini, rispettivamente Vicepresidente Nazionale e Presidente Regionale dello CSEN. Durante le premiazione un riconoscimento speciale è andato a Mario Valentini, mito come tecnico del ciclismo su pista e attualmente a fianco dei Paralimpici. Da cittadino di Monterotondo è stato a lungo applaudito per la sua straordinaria carriera. “Fa bene vedere eventi di questo genere”, ha detto il presidente Viola, “perché abbiamo visto il coinvolgimento di un’intera città. Vedo tantissimi giovani, a loro mando un messaggio molto caro a noi del CONI Lazio. Fare sport è bello, non tutti possono o devono diventare campioni, ma tutti possono e devono divertirsi”.
E’ un’atleta di Civitavecchia. E’ appena “entrata nella storia”, come si usa dire in questi casi, vincendo il secondo titolo mondiale consecutivo, ma non ha niente a che fare con l’acqua, salata o dolce che sia. Niente kite, windsurf o pallanuoto, top games dello sport civitavecchiese. Virginia Pucci, infatti, pratica il karate. “E’ il marchio di fabbrica della mia famiglia – racconta al telefono di ritorno dalla trasferta iridata – diciamo che ho raccolto l’eredità paterna.” Virginia è figlia di Stefano Pucci, tecnico federale di lungo corso, membro della commissione tecnica della federazione internazionale e iniziatore di questa rigorosa disciplina nella città laziale. “Prima che mio padre fondasse la Meiji Kan, quasi 40 anni fa, a Civitavecchia esisteva una sola palestra che raccoglieva un po’ tutte le arti marziali.” Giocoforza che kimono e tatami entrassero prestissimo nella sua vita. “A quattro anni ero già in palestra, dove mi aveva preceduto mia sorella Stefania.” Prima gara nel 1999, a 13 anni, e già un’eredità pesante da sostenere. “Mio padre avrebbe voluto un figlio maschio, pensando magari che sarebbe stato più facile per lui trasmettergli l’amore per questa disciplina, ma nel corso degli anni si è dovuto ricredere.” Oggi Virginia a 28 anni è la prima atleta italiana (ma anche fuori dai nostri confini si contano rarissimi casi), ad aver vinto due campionati del mondo consecutivi nella stessa specialità (kumite, over 60 kg.). “Il kumite, in quanto sport di combattimento che prevede anche il contatto, viene regolato severamente. Compiuti i 35 anni sei fuori. I riflessi si allentano e i rischi aumentano. Anche se si tratta di uno sport che non prevede il ko, può essere comunque pericoloso.” Eppure, alla severità delle leggi talvolta non corrisponde uguale precisione nell’applicarle. Arbitraggio opinabile, lo definisce, e in fin dei conti sarebbe la ragione per la quale il karate non ha ancora trovato il suo posto al sole, tra quelli nell’Olimpo dei Giochi. “Basterebbe indossare un corpetto che s’illumini al contatto, come nel taekwondo o prevedere un avvertimento sonoro quando un colpo va a segno, sull’esempio della scherma. Eppure solo da poco tempo si è deciso di introdurre le telecamere, per facilitare gli arbitri in caso di controversia.” Sembra un paradosso, ma l’estrema abilità tecnica richiesta nel portare i colpi, spesso finisce per mettere in difficoltà il giudizio dell’uomo, spiega Virginia, che definisce la sua disciplina “completa” ed “elegante”. Di sicuro efficace. In tempi di sicurezza scarsa o nulla, il karate è visto spesso come un’assicurazione personale. “Negli ultimi due/tre anni, in palestra le iscrizioni al femminile sono aumentate in maniera esponenziale, e oggi sono al 40-45% del totale. Ma chi viene da noi la prima cosa che impara è l’autocontrollo, per questo il karate si può considerare uno sport adatto a chiunque, dall’individuo chiuso a quello aggressivo.”

Bella ed importante mattinata di sport quella di ieri a Sabaudia dove le Fiamme Gialle hanno festeggiato i tanti giovani che hanno aderito al Progetto "A Scuola in Canoa" !!! All'evento hanno partecipato i medagliati Olimpici, Alessio Sartori, Bebo Bonomi, Andrea Facchin, Antonio Scaduto il Vice Presidente del Coni Lazio, Gianni Biondi, e molte Autorita' Militari tra cui il Prefetto di Latina.

Questo è l’anno del futsal. Dopo il titolo europeo vinto in Belgio dagli azzurri del ct Roberto Menichelli, anche “I Valori nello Sport” hanno voluto familiarizzare con la disciplina meglio conosciuta come calcio a 5. L’occasione è stata l’incontro tra gli studenti della scuola media di Forano (Rieti) e alcuni giocatori del Real Rieti, la squadra del capoluogo sabino reduce da un campionato appassionante, terminato con i play off scudetto. Negli ultimi cinque anni (da tanto dura la militanza del club nel massimo campionato), il Real ha scalato posizioni e nella stagione in corso si è battuta nella Final Eight di coppa Italia e nella Final Four di Winter Cup. Uno dei punti di forza della società è proprio la particolare attenzione che pone nel suo settore giovanile e nella promozione a tutto campo della disciplina del “calcio veloce”. “Quando ho sentito parlare dello stage – ha raccontato il capitano dell’under 21 azzurra Matteo Esposito, riferendosi alla due-giorni che ogni anno il Real Rieti organizza per scoprire nuovi talenti – ho deciso di mettermi alla prova, non senza un pizzico di scetticismo. Ora, a distanza di soli due anni, devo dire che quella scelta mi ha cambiato la vita, avvicinandomi al mondo del professionismo.” Naturalmente Esposito non era da solo all’incontro dei “Valori” con gli studenti del “Forano”. C’era il suo allenatore Marco Abati, il responsabile multimedia e grafiche della società Abou Moussa My Abderraz Zak e il portiere della prima squadra Carlos Dal Cin, che ha appena rinnovato il contratto. Il numero uno brasiliano, giunto la scorsa stagione dal Venezia, nonostante la giovane età (22 anni), è considerato uno dei più forti nel suo ruolo. “Sacrificio, abnegazione e rinunce – ha raccontato agli studenti nel corso del suo intervento – sono spesso necessari per raggiungere il risultato sperato, anche se poi le soddisfazioni, nel mio caso, li hanno bilanciati ampiamente. Faccio ciò che desidero e che mi piace. Cosa potrei volere di più?” I ragazzi hanno partecipato all’incontro con attenzione e curiosità. Accogliendo il messaggio di credere in ciò che si fa e di perseguire con impegno le finalità che ognuno si pone, potranno cercare di realizzare qualcosa di costruttivo, migliorando se stessi e la società in cui vivono. Tutto questo, anche attraverso la scuola e lo sport.