
I BISONTI FROSINONE
Non è un caso che, tra i tanti sport possibili, i responsabili del progetto abbiano alla fine scelto proprio il rugby. Lo sport dell’amicizia e del terzo tempo; forse l’unico in grado di assicurare la pacifica convivenza delle opposte tifoserie. Un gioco primordiale nello schema, che però si svolge come una partita di scacchi. Muscoli e cervello, insomma. Questo serviva in fondo dietro le sbarre del carcere di massima sicurezza di Frosinone e per questo sono nati i Bisonti. Uno sport per rinascere. “Il rugby è un gioco per gentiluomini di tutte le classi, esclusi i cattivi sportivi di qualsiasi classe” – recita il motto dei Barbarians, e questo sarebbe già sufficiente a inquadrare stilisticamente e socialmente questa disciplina nata in Inghilterra e fondata su un principio all’apparenza assurdo: si avanza passando la palla all’indietro. Un gioco da psiche cubista, lo ha definito Alessandro Baricco – dove deliberatamente si scelse una palla ovale “che rotola sul prato come una frase di Joyce sulla sintassi”. Ma, siccome l’iconografia conta, cosi anche i Bisonti di Frosinone hanno scelto per rappresentarsi un’immagine “forte”; una furente testa taurina che sbuffa tra sbarre divelte; anche se poi la maglia, portata in dono il giorno del premio alla Regione, poco si concilia con la timidezza di un gigante buono come il giocatore Renato Di Cataldo che, finita di scontare la sua pena, è intervenuto ringraziando con visibile imbarazzo. Alla presidenza una donna, Germana De Angelis, e questo è già un bel segnale, in controtendenza per uno sport da “maschiacci” ed è una donna anche la direttrice del carcere che ha permesso la realizzazione di questo progetto, Luisa Pesante, che oggi nella casa circondariale di Sulmona, dove è stata trasferita da poco, sta tentando la stessa operazione. Domenica scorsa 16 marzo i Bisonti hanno perso il derby con il Sora, ma alla fine del mese è previsto un gemellaggio tra le due squadre. Insomma, l’avventura continua. (foto Tedeschi: da sin.: Di Cataldo, De Angelis, Zingaretti, Viola) - 2 continua

Bella giornata di sport giovedì 13 marzo presso la scuola media “ G. Pepoli “ di Poggio Mirteto , che ha aderito all’iniziativa del CONI : “ I Valori dello sport - Gli studenti incontrano i campioni “.
E in questo caso il “Campione “ scelto non poteva che essere lei : Roberta Bruni , Pluricampionessa Italiana e detentrice del record Italiano assoluto di salto con l’asta , che proprio in questa scuola ha mosso i primi passi da atleta partecipando ai Giochi Sportivi Studenteschi; un esempio lampante dell’importanza della pratica dello sport a scuola ai fini della ricerca di nuovi talenti. Roberta è tornata con piacere nella sua scuola insieme alla sua ex professoressa di Educazione Fisica Laura Spagnoli e al suo allenatore Riccardo Balloni, accolta con entusiasmo e curiosità dagli alunni delle classi terze che, esortati dalle docenti di ED. Fisica Marina Marchetti e Antonella De Vito, hanno fatto delle ricerche e le hanno preparato un bellissimo cartellone che ripercorre la sua carriera sportiva con foto, curiosità, interviste, biografia e risultati !
In apertura la prof.ssa Spagnoli ha raccontato il suo incontro con l’alunna, la scoperta delle sue non comuni capacità fisiche, la certezza di avere a che fare con un vero talento ed infine ha parlato di una strana coincidenza: verso la fine dell’anno scolastico fu distaccata per un mese presso l’Ufficio scolastico provinciale e come supplente fu nominato…il prof. Riccardo Balloni !
Il tecnico ha parlato diffusamente di Roberta come atleta, della sua evoluzione, della specialità e del grande lavoro ed impegno che richiede, dell’allenamento fisico e mentale di un’atleta di questo livello, di come è diventata una campionessa.
Poi Roberta, in modo spigliato e convincente, si è presentata e si è rivolta ai ragazzi come una sorella maggiore che ha creduto in un sogno e si è ritrovata atleta di livello internazionale, lei che in prima media non aveva mai visto un campo di atletica e non sapeva assolutamente cosa fosse il salto con l’asta! I ragazzi hanno poi assistito con grande interesse alla proiezione dei salti record della Bruni nelle varie categorie e in importanti gare anche internazionali, commentati in maniera semplice e chiara dal prof. Balloni; quindi le hanno fatto molte domande, incuriositi soprattutto dalle sensazioni ed emozioni che prova in quei momenti. Lei ha spiegato in modo molto maturo che comunque, oltre a vivere dei momenti meravigliosi di gioia e soddisfazione, lo sport le ha insegnato anche a reagire alle delusioni e alle sconfitte.
Per finire, naturalmente, tutti hanno voluto fare delle foto ricordo e le hanno chiesto l’autografo , e le hanno promesso che se gareggerà al Golden Gala saranno tutti lì a fare il tifo per lei !!

L’IC di via Gentile ha vissuto una mattinata speciale grazie al due volte campione del Mondo di Beach Volley Francesco Giontella che ha raccontato una storia di vita e di sport piuttosto singolare. Romano purosangue, classe ’88, laureato in economia e commercio alla LUISS e già inserito nel mondo del lavoro, Francesco ha sbalordito tutti quando ha dichiarato che anche all’apice della carriera (il secondo mondiale U 21 lo ha vinto a soli diciotto anni!!), non ha mai pensato che lo sport potesse diventare una professione. “Lo sport è stata un’avventura straordinaria, ma quando ho pensato che avrei potuto giocare sino a 35 anni e anche di più, ho visto chiaro che volevo laurearmi, lavorare, farmi una famiglia molto prima di quell’età. E allora, prendendo una decisione difficile ma che ritenevo necessaria, ha smesso. Mi è costato moltissimo, ma nessun rimpianto. E guardate bene, io, come tanti altri atleti che conosco, riuscivo benissimo, magari con sacrificio, a conciliare studio e sport. Cosa che dovere fare anche voi. “Poi le domande. “Come hai cominciato?”, “Giocavo a pallavolo ed ero un eterno panchinaro perché ero scarso, ma d’estate giocavo sulla spiaggia e vedevo grandi miglioramenti, così ho cominciato a prenderla sul serio”. Quando sei arrivato in Nazionale? “Abbastanza presto, ma con difficoltà, ero basso(190 cm!!) e il tecnico non mi vedeva, poi ha vinto la determinazione e l’affiatamento con i miei compagni, prima De Paola e poi Nicolai. Questi oggi è una dei più forti del mondo e ne sono felice”. Cosa hai provato nel vincere così giovane? “E’ stato fantastico, guardate le immagini che vi sto facendo vedere, potrete verificare che ero quasi impazzito, sono balzato in tribuna ad abbracciare tutti”. Cosa ha rappresentato per te il Beach Volley? “Ha costituito l’occasione di fare tante amicizie, giocare all’aria aperta, viaggiare, ma anche imparare a fare sacrifici, rinunciare a qualcosa, riprendere con la voglia di rifarsi dopo una delusione molto cocente come nel primo Mondiale disputato”. Durissimi quando un ragazzo gli ha chiesto del doping. “Condanna senza appello, è una violenza verso se stessi e un modo di barare non degno di un vero atleta”. E il bullismo? “Chi lo pratica dovrebbe provare una tristezza infinita. Non prendetevela mai con chi è più debole di voi. Pensate sempre “se dovesse succedere a me?”. Poi un’esortazione “Ragazzi, siate sempre voi stessi, fate sport e divertitevi, è la cosa più importante. Se non diventerete dei Campioni non fa nulla, esserlo è solo una parentesi di pochi anni, piuttosto trasferite i suoi valori nella vita e vivrete alla grande”. Chiosa finale con un grazie. “Stamattina ho ricevuto tanti grazie, ma sono io che devo ringraziare il CONI per questa opportunità. Ho trovato dei ragazzi eccezionali, appassionati e pungenti con le loro domande. Se rimarrò a lavorare a Roma mi piacerebbe tornare, sono rimasto molto sorpreso di questo clima partecipativo e sono felice di essere stato con voi”. Presente il Delegato CONI di Roma Alessandro Fidotti e il Fiduciario del VII Municipio Nereo Benussi. Numerosissimi i docenti e gli alunni accompagnati dall’insegnante Mancini che ha organizzato l’incontro.

Da oggi pubblicheremo il profilo dei premiati nel corso dell’evento svoltosi venerdì scorso alla Regione Lazio. I Migliori del 2013 per il Coni Regionale.
La Studentesca CARIRI di Rieti
Una storia che abbraccia un’intera città e si muove in controtendenza con la situazione generale dell’atletica nazionale quella della Studentesca Cariri di Rieti. Dal Campo Scuola, il Guidobaldi – ricorda Andrea Milardi, factotum della società e referente del Coni sul territorio – ci sono passati un po’ tutti. Questo spiega il legame che unisce la gente reatina a questo sport. Non si tratta di casualità, ma di un progetto cresciuto nel tempo e alimentato a suon di successi. Milardi a Rieti è sinonimo stesso di atletica, dal momento in cui Renato, imprenditore, a lungo braccio destro di Enrico Mattei all’Eni e fratello maggiore di Andrea, decise che doveva fare qualcosa di significativo per la sua città, anche sul piano sportivo. Così nel 1969 arrivò il primo contratto di sponsorizzazione per l’Atletica Rieti grazie all’Alco, e nel quinquennio successivo la società vinse praticamente tutto, sia a livello internazionale che all’interno dei nostri confini. Da Mennea a Fiasconaro fino a Howe, la vicenda umana e sportiva dell’atletica reatina si sviluppa e si consolida attraverso storie di grandi personaggi. Le figlie di Andrea, Chiara e Maria Vittoria, oggi allenano atleti come Chigbolu, Proietti e Bizzoni, tutti campioni italiani, lo sponsor dal 1977 si chiama Cassa di Risparmio di Rieti e la Studentesca nel 2013 ha ospitato una bellissima edizione dei Campionati Europei juniores. Ma i titoli vinti nel corso della scorsa stagione sono molti, e per questo l’appuntamento per festeggiarli tutti è per l’11 aprile al Teatro Flavio Vespasiano.
(nella foto da sin: Il Presidente della Studentesca Paolo Angelini, l’Assessore reatino Diego Di Paolo, il Vicepresidente del Coni Lazio Umberto Soldatelli, l’atleta Maria Benedicta Chigbolu e Cristina Chiuso) 1 continua

Se dici a giovanissimi di dodici o tredici anni che a ispirare la tua carriera di sportiva di livello internazionale ci ha pensato un cartoon, nella fattispecie la famosa Lady Oscar che sapeva cavalcare, correre, tirare di spada nella Francia del ‘700, il fatidico ghiaccio si rompe all’istante, stabilendo un filo diretto immediato, fatto di simpatia e di emozione. E’ accaduto a Moricone, sezione distaccata della SMS di Montelibretti, dove Alessia Pieretti, per diciotto anni azzurra del Pentathlon moderno, è stata protagonista del tradizionale incontro con gli studenti nell’ambito del progetto del CONI Lazio I VALORI NELLO SPORT. Dopo il saluto del Delegato Provinciale di Roma Alessandro Fidotti accompagnato dal fiduciario Marco Raspa, Alessia ha raccontato la sua carriera inseguendo il filo dei ricordi e proiettando immagini significative e spettacolari. “Ho fatto dei sacrifici, ma sempre inseguendo il mio sogno di bambina”, ha esordito Alessia, “ e questo mi ha fatto superare ogni ostacolo, anche le sconfitte più amare”. “I miei primi eroi, insieme a Lady Oscar, sono stati i miei fratelli, entrambi sportivi di razza. La famiglia è stata importante, così come gli allenatori che ho avuto. Ho fatto spesso i conti con me stessa e ogni volta che ho pensato di smettere ho ricominciato più determinata di prima. Ho avuta la costanza di fare sport ad alto livello e studiare contemporaneamente. E’ stata una fortuna, perché i riflettori sull’atleta prima o poi si spengono, certo, rimangono gli insegnamenti dello sport ma resta soprattutto la persona che deve affrontare la vita con il bagaglio che si è procurato”. Sollecitata dalle tante domande dei ragazzi, Alessia ha spaziato a lungo anche sugli aspetti negativi del doping e del bullismo, della diversità e della salute, ricordando sempre che lo sport è soprattutto divertimento e che se tutti non diventano campioni, pazienza, resta in ognuno la soddisfazione di aver imparato tante cose. Il rispetto delle regole e per gli altri, l’integrità morale, la voglia di migliorarsi. Foto finale di gruppo con i ragazzi e con le docenti Laura Bellagamba e Mariagrazia Tonetto. Su sollecitazione del Delegato una promessa finale dei ragazzi “vogliamo essere protagonisti alla prossima edizione di Emozione Olimpico”. Applausi.