
Un’iniziativa che rientra nel ciclo di conferenze “In Facoltà, per Sport”, e si avvale della collaborazione di UISP e USACLI, vedrà protagonisti Valentina Vezzali e Dino Zoff il prossimo 22 gennaio alle ore 12 nelle aule della Terza Università all’Ostiense. Quarantenni ma campioni è il filo conduttore dell’incontro con questi “highlander” dello sport, capaci di vincere titoli olimpici e un campionato del mondo di calcio a un’età una volta impensabile per primeggiare ad alti livelli. Esempi paradigmatici di una tendenza che va diffondendosi e negli ultimi tempi sta spostando l’asticella della longevità sportiva di volta in volta più avanti, grazie anche ad un sempre più elevato livello di specializzazione, dove a contare oltre alla freschezza fisica è anche l’esperienza. All’appuntamento condotto da Diego Mariottini (Comunicazione Sport Roma Tre) e Mattia Chiusano (caposervizio “La Repubblica”), interverranno inoltre Enrico Sisti (giornalista “La Repubblica”) e il Prof. Giacomo Marramao (Presidente Scuola di Lettere, Filosofia e Lingue).
Si può partire lancia in resta contro la presenza debordante del “virtuale”, in un presente sempre più regolato dal codice binario della Rete? A rischio di passare per un laudator temporis acti, Giovanni D’Innocenzo vuole rimarcare la sua preferenza per le passioni reali, quelle che si possono costruire giorno per giorno, che nascono dentro di noi e fanno parte del nostro essere. “Non credo di fare filosofia – ci tiene a chiarire – quando cerco di far capire ai ragazzi dei “Valori nello Sport” quanto sia importante coltivare un sogno e impegnarsi per vederlo realizzato. Mi rendo conto che è più facile vivere una realtà immaginaria che costruirne una propria, e ritengo che questo sia uno dei problemi principali dei giovanissimi di oggi. Le loro fantasie spesso sono esogene, non endogene.” A quarant’anni D’Innocenzo ha ben chiaro in mente quello che è riuscito a capitalizzare dopo una vita dedicata allo sport e alla ginnastica artistica. “Non certo una posizione economica, che ritengo sia propria di poche discipline, o magari di qualche grandissimo campione, ma una crescita personale e individuale che di certo non avrei raggiunto per un’altra strada.” E puntualizza. “ La ginnastica artistica, forse in misura maggiore di altri sport di gruppo o di situazione, necessita di una grande autodisciplina e aiuta a sviluppare un profondo senso di autocritica. Sei tu con l’attrezzo, o semplicemente solo con te stesso; è un rapporto diretto che non ammette distrazioni o insincerità, e in fin dei conti segna il percorso verso una spiritualità più profonda. Almeno così l’ho vissuta nella mia esperienza di atleta.” Azzurro e olimpionico nella squadra dove brillava altissima la stella di Juri Chechi (Atlanta 1996), Giovanni ha amato l’esperienza a cinque cerchi, ma confessa che l’emozione maggiore l’ha provata in occasione della vittoria ai Giochi del Mediterraneo del 1997 a Bari. “Lo stadio pieno, tantissima gente, partecipazione e l’inno di Mameli ascoltato lì in mezzo, sul podio; è stato un momento indimenticabile. Non so cosa passi per la testa agli altri in un frangente così; a me non sono venuti in mente l’allenatore, la famiglia o la fidanzata. Pensavo all’Italia, nel senso di Patria ed ero felice di aver fatto qualcosa di importante per rendergli onore.” Ancora adesso la voce di Giovanni cambia tono nel rievocare quell’esperienza. “Che non è rimasta unica, fortunatamente. Magari la più bella, ma non l’unica. E quella sensazione, fisica e spirituale allo stesso tempo, te la dà solo il raggiungimento di un risultato, nello sport come nella vita. Qualcosa di duraturo, ma soprattutto di concreto”. (nella foto del 1997. GdM a Bari, Giovanni (primo da sinistra) con Bruno Malaspina e Sergio Luini)

Sono ripartiti a pieno ritmo gli incontri nelle scuole dei campioni che partecipano al progetto “I Valori nello Sport”, espressione unica nel suo genere di sport e cultura. Domani all’ I.C. Renzini di via Frignani a Spinaceto arriverà Giovanni D’Innocenzo, ginnasta azzurro, ex olimpionico e finalista mondiale e europeo. Giovanni è stato una delle stelle della centenaria società “Velitrae”, e dopo una carriera spesa tra sbarre e parallele oggi ha scelto di allenare i più giovani. Giovedì 16 sarà la volta di Giuseppe Gentile, protagonista dell’atletica italiana e di una delle finali più appassionanti vissute a un’olimpiade, quella del salto triplo di Città del Messico, dove finì terzo dopo aver stabilito due record mondiali. Gentile, che Pier Paolo Pasolini volle nel ruolo di Giasone per la sua “Medea”, incontrerà gli studenti dell’ I.C. di via dell’Archeologia, a Tor Bella Monaca. La settimana si chiuderà venerdì 17 con un’altra grandissima ex del nuoto azzurro. Cristina Chiuso, veneta di nascita ma ormai a tutti gli effetti romana (e romanista), 41 record nel suo curriculum tra 50, 100 e 200 s.l., è tra gli sponsor della prima ora del progetto dei “Valori”. Ingegnere gestionale e commentatrice televisiva, oltre che grandissima atleta, Cristina sarà all’I.C. “Venezia Giulia” di via Torre Annunziata al quartiere Pigneto.
Mille atleti provenienti da tutte le regioni d'Italia hanno dato vita, a partire da venerdi, al ricco weekend schermistico di Ariccia. Alle gare, gestite dalla “Scuola di Scherma Emmanuele F. M. Emanuele” della S. S. Lazio Scherma Ariccia, hanno partecipato le giovani promesse azzurre di fioretto, sciabola e spada, impegnate a guadagnarsi la convocazione ai prossimi Campionati d’Europa e del Mondo, che si svolgeranno in primavera, ma anche il raggiungimento della finale del Campionato Italiano Under 20, cui solo i migliori 36 di ogni categoria possono accedere.
All’evento organizzato dalla Lazio Scherma Ariccia in collaborazione con la Federazione Italiana Scherma, che rientra nell’accordo firmato recentemente dal Comune della città con la Federscherma quale città “City partner” della Federazione più ricca di medaglie olimpiche, mondiali ed europee tra tutte quelle affiliate al C.O.N.I., è intervenuto anche il presidente Viola, che ha premiato i migliori. Presenti anche la sindaca di Castelgandolfo Milvia Monachesi e il presidente regionale della federcanoa Gennaro Cirillo, grande animatore dello sport castellano.

C'era anche il sindaco Stefano Corsi con i ragazzi dell'Istituto Comprensivo "Segni" per il primo appuntamento del 2014 dei Valori nello Sport. Il comune dei monti Lepini lega il suo nome alla palla ovale, e la squadra del Rugby Segni attualmente è attestata al secondo posto nel campionato di serie B. Ma ieri con Fabiana Sgroi si è parlato di canoa, sport che l'azzurra ha iniziato giovanissima nella sua Palermo, all'Arenella, complice uno stage di una settimana organizzato della scuola. "Le mie amiche si erano iscritte, quindi ci sono andata anch'io". Salita in canoa a 10 anni, Fabiana non ne è più scesa. "A 13 anni ero in Nazionale juniores, cooptata da Oreste Perri, sceso in Sicilia alla ricerca di giovani promesse. Io appartenevo ancora alla categoria Cadetti, e dovetti attendere l'anno successivo per il debutto in maglia azzura a Duisburg, in Germania." Dopo alcune stagioni di stagioni pendolarismo tra Roma e Palermo, nel 1999 Fabiana decide finalmente di trasferirsi a Castelgandolfo, dove vive tuttora. "C'è un momento per ogni cosa - chiarisce al telefono - bisogna coglierlo prima che passi." E così arrivano anche le prime affermazioni importanti, fino al titolo mondiale nel 2005, la coppa del mondo nel K1 e infine la partecipazione olimpica a Pechino 2008 nel K2. "Amo correre da sola, ma anche in coppia. Sono sensazioni differenti, ma ugualmente belle." afferma lei che è stata definita l'erede di Josefa Idem. Pochi mesi fa, a 32 anni, Fabiana ha vinto il titolo italiano di K2 con Anna Alberti. Poi la decisone di smettere. "In realtà, quando ci penso, non mi sembra di aver smesso. Intanto sto allenando una squadra di bambini al Centro federale. Diciamo che per ora mi consiedro in stand by e ne approfitto per fare alcune cose lasciate indietro a causa degli impegni agonistici." Pentita della vita fatta finora? "Assolutamente no. E' stata una mia scelta. Per questo tutto ciò che non ho potuto fare da adolescente non lo considero una rinuncia, ma frutto di decisioni consapevoli. Non mi sento di aver perso qualcosa, tranne forse un po' di tempo da trascorrere con i miei cari; ma di aver invece guadagnato molto in crescita personale." Costanza, impegno, lealtà. Sono i pilastri sui quali poggia l'architrave del carattere di Fabiana. " sono i valori che cerco di trasmettere anche ai ragazzi durante gli incontri del vostro progetto, che ritengo molto valido. E' infatti a scuola che inizia a formarsi una persona". Sincera e determinata, Fabiana Sgroi non ama i fronzoli e con i suoi giovani interlocutori va dritta al punto. "Avere un obiettivo preciso, una scadenza, ti aiuta negli anni più difficili, quelli delle distrazioni quotidiane, regalandoti esperienza e concretezza per il futuro. Non dimenticatelo." (nella foto: Fabiana Sgroi tra il sindaco Stefano Corsi e il dirigente scolastico dell'IC "Segni" Saccucci).